Ogni critico è propriamente una donna nell'età critica, astioso e refoulé.
I tempi della filantropia sono i tempi in cui si mettono dentro i mendicanti.
Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.
Tanti sono morti disperati. E questi hanno sofferto più di Cristo. Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente.
La strategia amorosa si sa adoperare soltanto quando non si è innamorati.
La poesia viene alla luce tentandola e non prospettandola.
Quand'ebbe creato il mondo, il Padre Eterno lo giudicò, dicendolo buono; lo che prova che la critica è coeva della creazione.
Dove comincia la critica cessa la creatività, così come quando si fanno troppi inventari vuol dire che la produzione ristagna.
Dai un dito a un critico e questo scriverà una commedia.
I novantanove centesimi della critica che si fa tra gli uomini non nasce già dall'amore del vero, ma da presunzione, arroganza, acrimonia, litigiosità, astio gelosia.
Ascolta i critici anche quando non sono giusti, resisti loro anche se lo sono.
Le critiche sono la tassa che un uomo paga al pubblico per essere famoso.
Un'epoca che non possiede critica è anche un'epoca in cui l'arte è immobile, ieratica, e confinata alla riproduzione di tipi formali, o un'epoca che non possiede arte del tutto.
Non si è mai data un'epoca creativa che non sia stata anche critica. Poiché è la facoltà critica che inventa forme nuove. La tendenza della creazione è quella di ripetersi.
Non criticare quello che non puoi capire.
Trovo che il dolore di una piccola critica, anche se infondata, è più acuto del piacere di molte lodi.