È importante e salutare parlare di cose incomprensibili.
L'uomo deve essere se stesso al fine di essere il migliore servitore di tutti.
Il vino della giovinezza a volte non diventa chiaro con il passare del tempo, ma torbido.
Se non capiamo le immagini dell'inconscio, o rifiutiamo la responsabilità morale che abbiamo nei loro confronti, vivremo una vita dolorosa.
La parola credere è una cosa difficile per me. Io non credo. Devo avere una ragione per certe ipotesi. Anche se conosco una cosa non è detto che debba crederci.
Non rimpiango le persone che ho perso col tempo, ma rimpiango il tempo che ho perso con certe persone, perché le persone non mi appartenevano, gli anni si.
Mi sono reso conto che fare l'ermetico crea meno problemi, mentre parlare un linguaggio semplice ti espone a maggiori possibilità di essere giudicato. Più gente ti capisce, più hai potenziali giudici di ciò che fai.
Per l'idea ci vuole la parola, senza la parola non c'è scambio, giusto un brulichio nella coscienza, come formiche sulla pelle.
Se si elimina il vedersi, il parlarsi e lo stare insieme, si dissolve la passione amorosa.
Appena si comincia a parlare una lingua straniera, cambiano le espressioni del viso, delle mani, il linguaggio del corpo. Si è già qualcun altro.
Di ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere.
Dobbiamo usare parole che tutti capiscono e usarle nel modo in cui sono sempre state utilizzate e comprese.
Di ciò di cui non si può parlare, bisogna a poco a poco cessare di tacere.
Come mi ha insegnato Eduardo in tanti anni, per farci capire al Nord bisogna parlare un napoletano, chiamiamolo piccolo-borghese, cioè parlare in italiano con l'accento napoletano, però lasciando alcune battute napoletane perché piacciono molto.
Parla poco, fai molto.
Se non si parla di una cosa, essa non è mai esistita. E semplicemente... l'espressione che dà realtà alle cose.