Se noi imparassimo a parlare, gli animali ci capirebbero meglio.
La luna è l'unico astro che nasce dietro le montagne e tramonta dentro di noi.
C'è chi non sa dove andare e sta correndo per andarci subito.
Chi si innamora si innamora di se stesso, chi si uccide uccide un altro.
Non è vero che uno più uno fa sempre due; una goccia più una goccia fa una goccia più grande.
Quando le cose mi cadono dalle mani, non è colpa mia, è colpa delle cose.
Non basta parlare per avere la coscienza a posto: noi abbiamo un limite, noi siamo dei politici e la cosa più appropriata e garantita che noi possiamo fare è di lasciare libero corso alla giustizia.
Le ferite guariscono le parole lasciano il segno.
E a cosa serve parlare, se già sai che gli altri non provano ciò che provi tu?
Di ciò di cui non si può parlare, bisogna a poco a poco cessare di tacere.
Chatta pure perché parlare è più difficile!
Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l'apparente non-comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore.
Come mi ha insegnato Eduardo in tanti anni, per farci capire al Nord bisogna parlare un napoletano, chiamiamolo piccolo-borghese, cioè parlare in italiano con l'accento napoletano, però lasciando alcune battute napoletane perché piacciono molto.
È importante e salutare parlare di cose incomprensibili.
Ricordiamoci che delle nostre parole dobbiamo rendere conto agli uomini. Ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto a Dio!
Scrivere è un modo di parlare senza essere interrotto.