Tutti i momenti possiamo morire ma, in ogni caso, non prima di domani.
Si avanza nel buio a tentoni sin dove, invano prevista, s'apre sotto i piedi la botola.
Si potesse nella vita tenere il passo del vero camminatore: lo stesso in discesa che in salita.
La vita ha bisogno d'un alibi: quello dell'aldilà, quello dell'arte. Se non altro, dell'alibi della prole. A sé la vita non basta.
Poesia, altro vizio solitario.
La morte non bisogna né temerla né desiderarla.
Morire è tremendo, ma l'idea di morire senza aver vissuto è insopportabile.
Chi sa morire, non ha più padrone.
Non ci si può mai preparare abbastanza alla morte. Altre azioni possono essere ripetute, si possono ritentare se non riescono la prima volta. Non è così con la morte: essa avviene una volta sola e non c'è alcuna possibilità di ripeterla perché riesca meglio.
E così morire è bere dal fiume del silenzio, è scalare la cima del monte, significa stare nudi nel vento e sciogliersi al sole.
Il sonno è amore di morte, l'insonnia paura di morte.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
E' assai difficile, se non impossibile, trovare un morto con la faccia da stupido. Fra le conseguenze di ogni trapasso, questa la principale.
Non ho mai capito chi dice la morte è normale, la morte è logica, tutto finisce quindi anch'io finirò. Io ho sempre pensato che la morte è ingiusta, la morte è illogica, e non dovremmo morire dal momento che si nasce.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.