Poesia, altro vizio solitario.
La vita ha bisogno d'un alibi: quello dell'aldilà, quello dell'arte. Se non altro, dell'alibi della prole. A sé la vita non basta.
Si avanza nel buio a tentoni sin dove, invano prevista, s'apre sotto i piedi la botola.
Amico è con chi puoi stare in silenzio.
Non vedo felicità di cui, perché sia, non tocchi contentarsi.
Solo ciò che non si paga costa.
La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ne impiega troppo.
La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane.
Si dice che la poesia sia cominciata con lo sport.
I poeti sono dannati ma non son ciechi, vedono gli occhi degli angeli.
La poesia è mettere in parole quello che, a rigore, non può essere messo in parole, quello che non ha nemmeno «forma di parole».
La sfida della grande poesia è il male più brutto, il male tragico, l'irreparabile perdizione o distruzione o condanna dell'innocente.
Che buon tempo! Star lì a fare la fatica di far versi quando ce ne sono tanti già belli e fatti.
È Poesia il sublime mezzo per il quale la parola conquista lo spazio a lei necessario: comporre versi è un'attività che si potrebbe definire testografica.
Le cose ma anche i gesti, i volti, i paesaggi hanno certo la loro poesia e un pezzo di realtà inquadrato in una cornice vuota è un quadro.
Se la poesia non nasce con la stessa naturalezza delle foglie sugli alberi, è meglio che non nasca neppure.