In ogni ardente desiderio conta più il desiderio della cosa desiderata.
La sconfitta è unicamente temporanea, e la sua punizione non è altro che uno sprone per me a compiere maggiori sforzi per raggiungere i miei obiettivi. La sconfitta mi dice semplicemente che qualcosa nelle mie azioni è sbagliato, è un sentiero che conduce al successo e alla verità.
Se ognuno di noi aiutasse il proprio vicino, nessun uomo resterebbe privo di aiuto.
Il combattimento è una questione di movimento. Si tratta di trovare un bersaglio, evitando di diventare un bersaglio.
La disperazione è la fine degli sciocchi.
Essere umili verso i superiori è un dovere, verso gli eguali è cortesia, verso gli inferiori è nobiltà, verso tutti è la salvezza.
Niente è così comune come il desiderio di essere eccezionale.
Viviamo per desiderare.
È il desiderio che crea ciò che è desiderabile, è il progetto che pone il fine.
Ci si rallegra dei desideri che si realizzano per altri, specialmente se noi stessi non siamo intervenuti in alcun modo: come se ci fossero chissà dove una benevolenza e un udito invisibili.
La probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità.
Non è difficile stancarsi di vivere. Difficile è stancarsi di desiderare.
Infine si ama il proprio desiderio, e non quel che si è desiderato.
Molti passano metà del loro tempo a desiderare le cose che potrebbero avere se non passassero metà del loro tempo a desiderarle.
Non posso farmi santa perché ho sempre in mano l'arma del desiderio.
Solo i desideri miserevoli, quelli superflui, quelli spudorati, vengono esauditi, mentre i grandi desideri degni di un uomo rimangono inesaudibili.