Infine si ama il proprio desiderio, e non quel che si è desiderato.
Si comincia con il disimparare ad amare gli altri e si finisce con il non trovare in noi stessi più niente degno di essere amato.
Al nostro istinto più forte, al tiranno che è in noi, non si sottomette solo la nostra ragionevolezza, ma anche la nostra coscienza.
Perfino Dio ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini.
A volte uno rimane fedele a una causa solo perché i suoi avversari non cessano di essere insipidi.
Ridere significa godere dell'altrui sofferenza, ma con la coscienza tranquilla.
Sempre, quando siamo in alto, desideriamo più di ogni altra cosa avere accanto a noi un osservatore in qualità di ammiratore.
I nostri desideri hanno le ali del falco, le nostre possibilità i monconi della tartuca.
Il desiderio non è ciò che vedi ma quello che immagini.
Il desiderio sincero e puro del cuore è sempre soddisfatto.
La vita non ha un senso: è desiderio. Il desiderio è il tema della vita.
Il metodo stoico di soddisfare i bisogni eliminando i desideri è analogo a quello di amputarsi i piedi quando si ha bisogno di scarpe.
Ci si crede puri finché si disprezza quel che non si desidera.
Che cosa aspetti? Di aver esaudito tutti i tuoi desideri? Non arriverà mai quel momento.
I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire per star dietro ad un proprio desiderio.
Se la bellezza è un'ombra, il desiderio è un lampo.