Le persone possono mostrarsi gelose, ma nascondono la loro invidia.
Sono accomodante fino ai confini del mio interesse personale.
Le ombre della rispettabilità iniziano a chiudersi sulla testa che ingrigisce.
Quando non sai che pesci pigliare, è il momento di fare un sonnellino.
Dopo i miei spettacolari fallimenti, non posso essere soddisfatto da un successo ordinario.
Di pari passo con l'aumentare dell'uguaglianza cresce il numero di persone che lotta per il predominio.
Ci esprimiamo ai massimi livelli se c'è da spazzare via la vergogna, l'invidia e la ripicca internazionale... ma non si può mica sempre vivere nello "Stato di massima allerta" per mantenere uno sport in salute.
Non c'è nessuno che meriti la tua invidia.
In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
Se non riesci a odiare e a invidiare gli altri, essi ti odieranno e ti invidieranno per questo.
L'invidia è odio, è la base, se non lo zoccolo duro di tutte le psicopatologie. Perché se ti invidio, inevitabilmente voglio il tuo male, e se voglio il tuo male, inevitabilmente voglio il "mio" male.
Dall'invidia all'ammirazione c'è un passo: l'onestà.
Il successo degli invidiosi è l'insuccesso degli altri.
Non si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona sorte più si rovinano.