Quando ho voglia di leggere un romanzo, ne scrivo uno.
Il debito è il padre d'una numerosa figliolanza di follie e di delitti.
Lo sciocco si meraviglia, l'uomo saggio chiede.
Ogni donna dovrebbe sposarsi e nessun uomo dovrebbe farlo.
Un politico usa i dati come un ubriaco il lampione: non per la luce ma per il sostegno.
Non c'è nessun atto di slealtà, o meschinità di cui un partito politico non sia capace; perché in politica non esiste l'onore.
È preferibile vivere un romanzo che leggerlo.
Il romanzo non deve avere alcuna fretta. In passato anche la fretta poteva rientrare nella sua sfera, oggi è passata al film; confrontato ad esso, il romanzo frettoloso è destinato a restare sempre inadeguato.
Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica moralità del romanzo.
Il romanziere è lo storico del presente, mentre lo storico è il romanziere del passato.
Romanzi d'amore, pasticche di sospiri.
Fare oggi un romanzo tradizionale ha lo stesso senso che conquistare oggi l'Eritrea o fondare oggi la Fiat.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
Chissà se il romanzo non sarà una realtà più perfetta e una vita che Dio crea attraverso noi, e se noi chissà, esistiamo soltanto per creare?
Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni.