Un romanzo è una impressione, non un argomento.
Vi è una loquacità che non dice nulla e vi è un silenzio che dice molto.
Quel freddo conglomerato chiamato mondo, che, così terribile nella massa, è così poco temibile, persino degno di compassione nelle sue singole unità.
Alcune persone vorrebbero che la loro fortuna fosse imburrata.
Un amante senza imprudenza non è un vero amante. Circospezione e devozione sono una contraddizione in termini.
Se Galileo avesse scritto in versi che il mondo si muoveva, forse l'inquisizione lo avrebbe lasciato stare.
Vi sono tre regole fondamentali per scrivere un romanzo. Per sfortuna nessuno le conosce.
Non c'è niente di più distante dalla vita delle persone che lo scrivere romanzi. Per questo fanno bene al cuore.
Un romanzo o si scrive o si vive.
Chissà se il romanzo non sarà una realtà più perfetta e una vita che Dio crea attraverso noi, e se noi chissà, esistiamo soltanto per creare?
Tutti i romanzieri, forse, non scrivono che una sorta di tema (il primo romanzo) con variazioni.
Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.
Il romanzo, creatura di tempi più calmi, può portare qualcosa dell'antica calma nella nostra attuale precipitazione. Per molte persone potrebbe servire come un rallentatore; potrebbe incitare a perseverare; potrebbe rimpiazzare le vuote meditazioni dei loro culti.
L'unica ragione che abbia un romanzo di esistere è che cerca di rappresentare la vita.
L'unica cosa che possiamo chiedere a priori a un romanzo, senza esporci a un'accusa di arbitrarietà, è di essere interessante.
Romanzo. La grande forma della prosa in cui l'autore, attraverso degli io sperimentali (i personaggi), esamina fino in fondo alcuni grandi temi dell'esistenza.