A non leggere troppi libri, quante mai cose s'imparano!
L'uomo non può conoscere certe sue qualità se non conversando con gli uomini; non ne può conoscere certe altre se non in solitudine.
La cosa che noi ignoriamo più di tutte l'altre è la nostra stessa ignoranza.
Al diritto divino dei re s'è sostituito il diritto meglio che divino delle masse; all'infallibilità del papa l'infallibilità delle maggioranze. Il rivolgimento è grande; non forse altrettanto grande il guadagno.
Chi ponga dubbio in volersi far più che uomo, può da ultimo ritrovarsi meno che uomo.
Se non ci fossero tante pecore, non ci sarebbero tanti lupi.
Un libro capace di trasformare il lettore. Ogni scrittore aspira a questo risultato, anche se non è credibile che esso possa essere ottenuto da "un" solo libro.
Abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio.
Se vuoi che qualcuno legga un libro, digli che è sopravvalutato.
Quando un libro è uscito è tempo, per l'autore, di rimorsi.
Un uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere.
Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore.
Ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare le letture più importanti della gioventù. Se i libri sono rimasti gli stessi noi siamo certamente cambiati, e l'incontro è un avvenimento del tutto nuovo.
Non voglio leggere più nessun autore di cui si noti che volle fare un libro: ma solo quelli i cui pensieri divennero improvvisamente un libro.
Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una palla di luce nelle sue mani.
L'unica opera grande e perfetta è quella che non si sogna mai di realizzare.