Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarant'anni.
Per gli psicologi l'oblio nasconde sempre un segreto: questi analisti si rifiutano di affrontare il vuoto desolato.
Sembra esserci nell'uomo, come negli uccelli, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.
La morte non è forse altro che la nascita di un'anima.
Ci si crede puri finché si disprezza quel che non si desidera.
È naturale sentire un brivido di freddo quando l'attenzione di un essere amato si posa su qualcun altro, come d'estate quando una nuvola passa sul sole.
Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l'immagine di un apostolo.
La maggior parte dei libri attuali dà l'impressione di essere stata fatta in una giornata con dei libri letti il giorno avanti.
Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.
Non vi sono libri morali o libri immorali. Vi sono libri scritti bene e libri scritti male, e nient'altro.
I libri che recensiva li leggeva soltanto in seguito. Così sapeva già quello che ne pensava.
Un uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere.
Un libro fatto è un istante passato, un gradino che ci ha servito per portarci più in alto.
Leggere fa bene, ma può fare anche male, diciamo la verità. I libri sono come le medicine o come qualunque altro medium: vanno presi con cautela.
I libri hanno valore soltanto se conducono alla vita, se servono e giovano alla vita, ed è sprecata ogni ora di lettura dalla quale non venga al lettore una scintilla di forza, un presagio di nuova giovinezza, un alito di nuova freschezza.
Bisogna sfogliare un'intera biblioteca per fare un libro.