Dilettante è chi non è all'altezza delle proprie idee, ma ne va orgoglioso.
La forza del carattere è soltanto debolezza di sentimenti.
La conoscenza di sé non rappresenta quasi mai il primo passo verso un miglioramento, ma spesso l'ultimo verso il narcisismo.
Lamentarsi? No, essere attivo! Deplorare? No, essere soccorrevole! Accusare? No, correggere!
È risaputo che alcuni credenti di strettissima osservanza hanno dubitato di Dio perché li aveva colpiti una grande sventura, magari per quanto provocata da loro stessi; però non si è mai visto nessuno che abbia perso la fede per aver ottenuto una felicità immeritata.
Nella cosiddetta deferenza religiosa vibra costantemente un che di bizantino, se non addirittura di vile.
Il roseo compiacimento del proprio lavoro è esclusivo retaggio dei dilettanti.
Nel dilettantismo è il germe di un pervertimento morale.
Il dilettante diletta solo se stesso.
Il temperamento artistico è una malattia che affligge i dilettanti.
Dilettante. Pubblica calamità che scambia il gusto con il talento e confonde la sua ambizione con le sue capacità effettive.
È quel che siamo tutti: dilettanti. Non viviamo abbastanza per diventare di più.