Se nessuno crede più in Dio, tutti credono sempre più nell'uomo.
Tutta la scrittura è cochonnerie.
È essenziale porre fine alla soggiogazione del teatro al testo, e ristabilire la nozione di un tipo unico di linguaggio, a metà strada tra gesto e pensiero.
Se la folla si è abituata ad andare a teatro; se tutti siamo arrivati a considerare il teatro un'arte inferiore, un mezzo volgare di distrazione, e a servircene come sfogo per i nostri istinti peggiori, ciò accade perché ci hanno troppo spesso ripetuto che era teatro, cioè menzogna e illusione.
Nella materia, non vi sono dèi. Nell'equilibrio, non vi sono dèi. Gli dèi sono nati dalla separazione delle forze e morranno alla loro riunione.
Là dove si sente la merda si sente l'essere.
Io non credo in un Dio personale e non ho mai negato questo fatto, anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare.
Un Dio che ci lascia provare la sua esistenza vuole essere considerato come un idolo.
Non capisco questo Dio che ci fa incontrare ma non ci dà la possibilità di stare insieme.
Le forze che legano in prospetti universale sono il Dio, il Demone, l'Essere animato, la Natura, la Sorte e Fortuna, infine il fato.
L'eterno entra nel tempo, il tutto in un frammento, Dio assume il volto dell'uomo.
Dio soffre con noi, non si limita a guardare da lontano noi che soffriamo.
Dobbiamo fare soltanto la volontà di Dio. Il resto non conta.
Ciò che è impossibile per l'uomo è un gioco da ragazzi per Dio.
Se Dio mi assolve, lo fa sempre per insufficienza di prove.
Tutto quello che viene asserito di Dio, contiene lo stato umano futuro.