La morale comune cambia, a seconda di dove si vive.
La televisione è un passatempo familiare. Qualcosa come i concerti della Scuola Domenicale, con regolari iniezioni di cultura.
Oh, mio marito l'apprezzava, la mia bellezza. E come! Il guaio è che aprezzava anche quella di tutte le altre.
La morale comincia quando la libertà, invece di autogiustificarsi, si sente arbitraria e violenta.
La ricerca esclusiva dell'avere diventa un ostacolo alla crescita dell'essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale.
Sono le leggi della morale quelle che reggono l'arte.
La morale è coordinare ogni stato momentaneo della nostra vita con uno stato durevole!
La morale è ciò che resta della paura quando la si è dimenticata.
Il moralista, impegnato a predicare la virtù, difficilmente troverà il tempo di praticarla.
Tutto il sapere ha qualcosa di puritano; dà alle parole una morale.
La politica coincide dunque con la morale? Penso che politica e morale abbiano fondamenti distinti. I loro territori confinano ma non coincidono. Spesso addirittura morale e politica confliggono e si scontrano.
Negli scacchi c'è tutto: amore, odio, desiderio di sopraffazione, la violenza dell'intelligenza che è la più tagliente, l'annientamento dell'avversario senza proibizioni. Poterlo finire quando è già caduto, senza pietà, qualcosa di molto simile a quello che nella morale si chiama omicidio.
La salute è il primo requisito dopo la moralità.