Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.
I poveri, ci vuol poco a farli comparir birboni.
La collera aspira a punire:e, come osservò acutamente un uomo d'ingegno, le piace più d'attribuire i mali a una perversità umana, contro cui possa far le sue vendette, che di riconoscerli da una causa, con la quale non ci sia altro che rassegnarsi.
La maldicenza rende peggiore chi parla e chi ascolta, e per lo più anche chi n'è l'oggetto.
Ben di rado avviene che le parole affermative e sicure d'una persona autorevole, in qualsivoglia genere, non tingano del loro colore la mente di chi le ascolta.
Il coraggio uno non se lo può dare.
Chi si rallegra del male altrui, non troverà chi compianga il suo.
Si ha l'esperienza del male solo vietandoci di compierlo; o, se lo si è compiuto, pentendosene.
I mali si vedono facilmente da tutti; le cagioni da pochissimi; i rimedii quasi da nessuno.
Tutti i mali sono uguali quando sono estremi.
Consultate bene l'indole vostra, e quella seguite; non farete mai male.
A chi tende a far male non mancheranno mai occasioni.
I mali incerti sono quelli che ci tormentano di più.
Chi non punisce il male, comanda che si facci.
Nessuno, vedendo il male, lo preferisce, ma ne rimane ingannato, parendogli un bene rispetto al male peggiore.
Il filosofo rimane confuso, vedendo quanti mali bisogna tollerare, e quanti talvolta favorire, perché il male non cresca fuor di misura.