Uno scrittore ha sempre una vita di scorta quando ha deciso di barare con la sua.
Io non credo all'amore che moltiplica, troppo comodo, è mica un conto in banca.
L'organizzazione politica, non avendo niente da temere da sessuali frustrati, ha tutto da guadagnare usandoli.
Un uomo è sempre così convinto di essere un vulcano per dono divino che gli sembra degradante doversi confrontare con una faccenda di faville.
La vita messa alle strette è speculare alla Letteratura in tutta libertà.
È meglio andare scalzi che tenere i piedi in due scarpe.
Uno scrittore che parla dei propri libri è quasi insopportabile quanto una madre che parla dei propri figli.
Lo scrittore che accetta, in tutto o in parte, di seguire la disciplina di un partito politico è posto prima o dopo davanti all'alternativa: sottomettersi o tacere.
Lo scrittore di mezza taglia piaggia e seconda il pubblico; lo scrittore grande lo scrolla e se lo trascina dietro.
Lo scrittore è colui che è sommamente, eroicamente incompetente di letteratura.
Tutti gli scrittori sono dei poveri idioti. È per questo che scrivono.
Lo scrittore genuino: colui che scrive anche se sa di essere letto da uno solo.
Chi mira a divenire un grande scrittore dee disprezzare le cortesie ed i favori; perché tanto più facilmente e tanto più alto ascende, quanto più si fa padrone di se medesimo.
Solo la fama e con essa il reddito rendono "professionale" lo scrittore. Fino a che resta oscuro, appare agli occhi dei conoscenti e degli stessi famigliari nulla più che un innocuo e scontento "amateur".
Molti scrittori hanno necessità di ferite, ciascuna fisica o spirituale.
Gli scrittori dovrebbero scrivere i libri come se dovessero essere decapitati il giorno che l'hanno finito.