156 frasi, citazioni, aforismi
Non solo dare, pure ricevere è segno di libertà e un uomo libero è chi sa confessare la propria debolezza e afferrare la mano offertagli.
La vera letteratura non è quella che lusinga il lettore, confermandolo nei suoi pregiudizi e nelle sue insicurezze, bensì quella che lo incalza e lo pone in difficoltà, che lo costringe a rifare i conti col suo mondo e con le sue certezze.
La scienza ha indirettamente una grande funzione morale, perché insegna a distinguere i fatti dai valori, a non confondere le diverse sfere di competenza. Questa chiarezza, questa corretta grammatica e sintassi del pensiero sono la premessa per non imbrogliare e non essere imbrogliati.
La dimensione più autentica dei valori è quella che li vede non declamati o sbandierati, bensì calati nell'esistenza quotidiana, vissuti a fondo e tradotti nel modo di essere e di operare.
La chiarezza morale permette di vivere a fondo la vita, di guardarla in faccia.
L'ambiguità è un pretesto dei deboli, per attribuire al mondo la loro incapacità di discernere, come un daltonico che accusasse l'erba e i papaveri di avere i colori indistinguibili.
Il mistero è anzitutto l'al di qua, la giornata terrestre con le attese, i ricordi, gli amori, le piccole pene e le piccole gioie, intrise di fragile argilla e di eternità.
Il fascismo è anzitutto quest'incapacità di scorgere la poesia nella dura e buona prosa quotidiana, questa ricerca di una poesia falsa, enfatica ed eccitata.
Il cinismo è una sorta di fratello cattivo del disincanto.
Dire che la vita è bella o brutta è ugualmente pacchiano. Sàbato continua tenacemente a far balenare un significato che illumina la vita, ma senza temere di lasciar affiorare dalle acque nere i mostri che insidiano e minacciano di oscurare quel significato.
Chi non capisce ha torto.
Viaggiare insegna lo spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l'unico modo di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini.
Aiutare vuol dire ascoltare l'altro, seguirlo nei suoi labirinti senza smarrire la propria strada, assecondarlo senza debolezza e correggerlo senza astio, immedesimandosi con i suoi fantasmi senza perdere i propri, saper offrirgli l'altra guancia o dargli un ceffone, a seconda dei casi.
Chi ostenta, con aria di superiorità, la propria ignoranza di cose, norme e forme, lasciando ad intendere che ciò assicuri una fine sensibilità, è quasi sempre un cuore ottuso e arido, incapace di interessarsi al mondo e agli altri.
Amare significa amare l'altro, rispettarlo, volere il suo bene e volere, anche quando ciò può essere doloroso, che sia se stesso.
Bene è ribadire l'oggettività del reale, in un secolo di pirandellismi, altrimenti si finisce male... Gli oggetti sono, grazie a Dio.
Bisogna anzitutto imparare a rispettare anche ciò che non si riesce ad amare; capire che il valore e i diritti di una persona non dipendono dai sentimenti che proviamo per essa.
La vita può essere compresa solo guardando indietro, anche se dev'essere vissuta guardando avanti.
Chi non l'ha provato non sa come l'amore aiuti ad affrontare le difficoltà. Una donna che ti sta vicino, che quando sei agitato ti parla col tono giusto, con quel tranquillo sorriso che solo loro hanno, è tutto.
Chi ha un animo nobile non si sopravvaluta, sa imparare ed è riconoscente.