Nulla possiamo dire "nostro" eccetto la morte.
Ora sente il suo titolo pendergli addosso come la veste d'un gigante sul nano che l'ha rubata.
Il nostro corpo è un giardino di cui è giardiniere la nostra volontà.
E chi muore senza portare nella tomba almeno una pedata ricevuta in dono da un qualche vecchio amico?
Del potere si abusa facilmente, quando non sia congiunto alla pietà.
Il derubato che ride, ruba qualcosa al ladro; e se stesso deruba colui che spende un dolore inutile.
Il segreto credo che sia non pensare la morte è la fine, ma pensarla piuttosto come un modo molto efficace di ridurre le vostre spese.
Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.
Il modo migliore di pensare ai morti è pensare ai vivi.
La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze.
La morte non è che per i mediocri.
Quando siamo nati abbiamo perso quanto perderemo con la morte: tutto.
La morte è solo l'inizio del secondo tempo.
Giù, giù, in fondo al cuore, non crediamo alla nostra estinzione; in qualche modo ci aspettiamo di essere presenti, a osservare quello che succederà ai posteri.
Chi sa morire, non ha più padrone.
Vorrei andare a Limbiate al vecchio cimitero. La morte mi consola sempre. Credo in Dio e sento la sua pace.