Chi muore paga tutti i debiti.— William Shakespeare
Chi muore paga tutti i debiti.
Le estati brevi, spesso sono delle primavere precoci.
Una vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
Saggiamente e con lentezza; inciampano quelli che corrono veloce.
L'amicizia è fedele in tutto, tranne che nei servigi e nelle faccende d'amore.
Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh!, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore!
La morte è il fondo scuro che serve a uno specchio se vogliamo vedere qualcosa.
La tradizionale versione apocalittica di una fine del mondo, con i suoi immani cataclismi che investono tutti, è anche rassicurante, perché permette di sovrastare l'angoscia della propria morte con l'immagine di una morte universale, di roghi e diluvi che bruciano e sommergono ogni cosa.
La morte non ha sempre le orecchie aperte ai voti e alle preghiere dei singoli eredi; e si ha il tempo di fare i denti lunghi, quando, per vivere, s'aspetta la morte di qualcuno.
Non posso rinascere se prima non muoio, e la morte mi ripugna.
Non v'è rimedio per la nascita e la morte salvo godersi l'intervallo.
La prova migliore del fatto che si è stati veramente ammalati è quella di morire: ciò soddisfa tutte le esigenze scientifiche e amministrative.
Essere ricordati dopo morti non è che una magra ricompensa per essere stati trattati con disprezzo quando eravamo in vita.
Tutti i momenti possiamo morire ma, in ogni caso, non prima di domani.
Sono contento di non essere ancora morto. Quando mi guardo le mani e vedo che sono ancora attaccate ai polsi, mi dico che sono fortunato.
Morire significa separarti non solo da quello che eri, ma anche da quello che non hai potuto diventare. Quest'ultimo aspetto della morte è il più inquietante.