Il diavolo esiste: è la televisione.
Il futuro è già passato, e non ce ne siamo nemmeno accorti.
L'istinto della fuga esisterà sempre: anche se Pascal consigliava di passare la vita in una stanza.
Il senso delle nostre imperfezioni ci aiuta ad avere paura. Cercare di risolverle ci aiuta ad avere coraggio.
Un attore perfettamente sano è un paradosso.
Gli uomini di governo parlano in modo sgomentante. Ma anche all'opposizione non c'è da stare allegri: quando si arriva alla sintassi sono guai.
La dimensione fredda della tv è anche il viso freddo, senza espressione, dei teenager.
Un nuovo Hitler avrebbe, con la televisione, un potere infinito.
Per la mia generazione la televisione è stata una forma primitiva di letteratura.
La televisione è una ladra di tempo. Quando i bambini la guardano ininterrottamente per ore, non fanno molte cose che sul lungo periodo possono essere assai più importanti dal punto di vista del loro sviluppo.
Ormai la parola pubblica è morta, sostituita da un potentissimo elettrodomestico. Chi lo possiede - per dirla con De Gasperi - «vince le elezioni».
La televisione è più interessante delle persone. Non fosse così, dovremmo avere persone agli angoli delle nostre stanze.
La televisione crea l'oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi.
La televisione è meglio del cinema. Sai sempre dov'è la toilette.
Se la scuola fosse più efficace, la televisione non sarebbe tanto potente.
La fatica di leggere non può competere con la facilità di guardare, e allora, rispetto al libro, la televisione sarà il medium più amichevole perché è quello che "dà meno da fare".