Il diavolo esiste: è la televisione.
Il senso delle nostre imperfezioni ci aiuta ad avere paura. Cercare di risolverle ci aiuta ad avere coraggio.
Gli uomini di governo parlano in modo sgomentante. Ma anche all'opposizione non c'è da stare allegri: quando si arriva alla sintassi sono guai.
Recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con altre. È una specie di schizofrenia.
Il futuro è già passato, e non ce ne siamo nemmeno accorti.
La maggior parte degli adulti, per loro stessa ammissione, guarda la televisione «per divertimento». La maggior parte dei bambini, pur trovandola divertente, guarda la televisione perché cerca di capire il mondo.
La tv tiene unite molte più coppie di quanto non facciano i bambini o la chiesa.
I genitori che si servono abitualmente ed a lungo della televisione come una specie di bambinaia elettronica, abdicano al ruolo di primari educatori dei propri figli.
La televisione riempie molte solitudini.
Per la mia generazione la televisione è stata una forma primitiva di letteratura.
Il contenuto di programmi e di pubblicità della televisione influenza profondamente atteggiamenti, credenze e azioni dei bambini.
La televisione è chewing-gum per gli occhi.
In TV c'è più calcio che in una cura per osteoporosi.
In California c'è molta pulizia perché non buttano via la loro immondizia, la trasformano in show televisivi.
La tv premia, indifferentemente, chi la venera come chi la irride. Basta saperla servire.