Per la mia generazione la televisione è stata una forma primitiva di letteratura.
Leggere l'autobiografia di qualcuno è come fare un incontro di quelli che spesso ti cambiano la vita.
Uno che arriva ad affacciarsi alla finestra tutte le domeniche all'ora di pranzo per gridare a una folla di turisti in difesa della famiglia e dei figli, ma perché non si sposa lui?
L'amore non accetta mezze misure e possibilmente preferisce quelle al di sopra.
Se ti rammarichi per il fatto che nel tuo cuore non c'è più posto per i sentimenti è perché non hai mai visto che casino c'è nel mio armadio.
Amore è camminare al tramonto, a piedi scalzi, sulla spiaggia e passare tutta la notte a pulirsi il catrame dai piedi.
La maggior parte degli adulti, per loro stessa ammissione, guarda la televisione «per divertimento». La maggior parte dei bambini, pur trovandola divertente, guarda la televisione perché cerca di capire il mondo.
La dimensione fredda della tv è anche il viso freddo, senza espressione, dei teenager.
La televisione riempie molte solitudini.
Tutti guardan la televisione e aspettano di piangere per farsi compassione, ma dentro quella scatola risposte non ce n'è, solo donne in maschera e buffoni come me.
La tv premia, indifferentemente, chi la venera come chi la irride. Basta saperla servire.
La televisione ha chiarito che il mio prossimo non ha confini. Anche nel Vangelo il prossimo della parabola del Samaritano supera i confini, però la televisione ce l'ha reso presente...
Il diavolo esiste: è la televisione.
Non è la tv a essere pericolosa, ma il ruolo che le affidiamo.
La televisione è più interessante delle persone. Non fosse così, dovremmo avere persone agli angoli delle nostre stanze.