Il giornale è un libro diminuito, come il libro è un giornale ampliato.
Chi abusa del bene lo rende malefico, e chi non sa prevalersene, né, maneggiandolo a proposito qual capitale vivo, farlo fruttare, lo rende inutile.
Buoni giornali e pochi (giacché il buono non può mai esser molto) sono la manna di una nazione.
La moltitudine dei giornali è la letteratura e la tirannide degl'ignoranti.
Finalmente sono un giornalista anch'io: ora i fatti non mi interessano più.
Il giornalismo è un viaggio all'esterno di se, i libri sono un viaggio dentro di se.
I giornalisti dicono una cosa che sanno che non è vera, nella speranza che se continueranno a dirla abbastanza a lungo sarà vera.
Mai credere né agli specchi né ai giornali.
I giornali seguono tutti politiche diverse, per cui, come è ovvio, devono dare notizie diverse.
C'è molto da dire a favore del giornalismo moderno. Offrendoci le opinioni degli incolti ci tiene in contatto con l'ignoranza della comunità. Facendo la cronaca meticolosa degli avvenimenti correnti della vita contemporanea, ci dimostra quanto poca importanza abbiano in realtà tali avvenimenti.
Sento un profondo disgusto per i giornali, ossia per l'effimero, per il transitorio, per quanto oggi è importante ma domani non lo sarà più.
Io non amo la stampa. Non ho simpatia per la superficialità ed inesattezza.
I giornalisti si scusano sempre con noi in privato per quello che hanno scritto contro di noi in pubblico.
La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà.