Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere.— Umberto Saba
Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere.
Diffidate degli scrittori che si attaccano ai grandi soggetti, alle biografie degli uomini riputati enormi. Sono come quelli che si lasciano crescere la barba per nascondere il mento troppo corto.
Libertinaggio. Quando si sente poco, o male, si raddoppiano le dosi. Ecco Semiramide; ecco Messalina.
Tu questo hai della rondine: le movenze leggere: questo che a me, che mi sentiva ed era vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Arrivati a una certa età, non si può più discutere, si può solo imparare o insegnare. Imparare sarebbe, ancora, il meglio. Ma chi può insegnare a un vecchio? Deve imparare da se stesso, o sparire.
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
La morte raggiunge anche l'uomo che fugge.
È impossibile sperimentare la propria morte oggettivamente e continuare a cantare una melodia.
Pare impossibile; ma c'è al mondo certa gente che riesce a morire, sebbene non sia mai stata viva.
Non ho paura della morte: è la posta che stabiliamo per giocare al gioco della vita.
L'ambizione è la morte del pensiero.
Se hai paura della morte, non ascoltare il tuo cuore battere la notte.
I cimiteri sono pieni di gente di cui il mondo non poteva fare a meno.
Se la fama giunge solo dopo la morte, che aspetti.
Ogni volta che trascorro del tempo con una persona che sta morendo trovo in effetti una persona che vive. Morire è il processo che inizia pochi minuti prima della morte, quando il cervello viene privato dell'ossigeno; tutto il resto è vivere.