Non bisogna farsi mai ricattare dalla stupidità altrui.— Umberto Eco
Non bisogna farsi mai ricattare dalla stupidità altrui.
Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è quella di gettare un'ombra di diffidenza sulle cose troppo serie.
La testimonianza peggiore in favore di un'opera è l'entusiasmo con cui la massa si rivolge ad essa.
Ma poi mi rendo conto che il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità, ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità.
La dolorosa meraviglia che ci procura ogni rilettura dei grandi tragici è che i loro eroi, che avrebbero potuto sfuggire a un fato atroce, per debolezza o cecità non capiscono a cosa vanno incontro, e precipitano nell'abisso che si sono scavati con le proprie mani.
Capire i linguaggi umani, imperfetti e capaci nello stesso tempo di realizzare quella suprema imperfezione che chiamiamo poesia, rappresenta l'unica conclusione di ogni ricerca della perfezione.
Preferisco i mascalzoni agli imbecilli, perché a volte si concedono una pausa.
Ci sono nel mondo più fessi che mascalzoni, altrimenti i mascalzoni non potrebbero esistere.
Non sappiamo che cosa sia la stupidità finché non la sperimentiamo in prima persona.
L'adulazione è il cibo degli sciocchi; tuttavia, di tanto in tanto, gli uomini d'ingegno condiscendono ad assaggiarne un po'.
Quando Dio ha distribuito la stupidità molti hanno fatto la fila tre volte.
Il potere non corrompe gli uomini; e tuttavia se arrivano al potere gli sciocchi, corrompono il potere.
La stupidità assume due forme, loquace o silenziosa: la seconda è sopportabile.
Noi viviamo nell'epoca in cui la gente è così laboriosa da diventare stupida.
Uno stolto che non dice verbo non si distingue da un savio che tace.
La stupidità della gente deriva dall'avere una risposta per ogni cosa. La saggezza del romanzo deriva dall'avere una domanda per ogni cosa.