Ahi, cieca umana mente, come i giudizi tuoi son vani e torti!
Conosco l'arti del fellone ignote, ma ben può nulla chi morir non pote.
Risorgerò nemico ognor più crudo,Cenere anco sepolto e spirto ignudo.
Però che quello, o figli, è vile onore cui non adorni alcun passato orrore.
Tosto s'opprime chi di sonno è carco, ché dal sonno a la morte è un picciol varco.
Combatta qui chi di campar desia: la via d'onor de la salute è via.
Il giudizio è come lo spirito; colle donne chi ne ha lo perde, e chi non ne ha lo acquista... chi non ne ha!
Se è povero di giudizio chi scambia il chimerico per l'ideale, anche più povero è chi scambia l'ideale per il chimerico.
Le persone più giudiziose che s'incontrano nella società sono gli uomini d'affari e gli uomini di mondo, che ragionano di quel che vedono e sanno, invece di far delle distinzioni sottili su come le cose dovrebbero essere.
È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri.
Imparare ad ascoltare le parole degli altri, a leggere i libri e sospendere il giudizio sono questi gli strumenti per conseguire la capacità di giudizio degli antichi.
Salire al soglio del giudizio di se stessi significa essere pervenuti a tal punto di resurrezione che si è sorpassato tutto il passato.
Ecco il giudicio uman come spesso erra!
Giudichiamoci non già in base alla nostra cortesia, ma in base al nostro cuore.
Il giudizio è la facoltà che acquisiamo più tardi e perdiamo più presto. I bambini non ne hanno, i vecchi non ne hanno più.
I giudizi che diamo degli altri dicono ciò che siamo noi stessi.