Siamo cauti nei giudizi. Prima di dire che uno è stronzo bisogna leccarlo.
L'innocente è sempre colpevole di avere, con il suo maldestro comportamento, indotto la giustizia in errore.
Chi fa da sé fatica il doppio.
I simpatici invecchiano. Gli antipatici non muoiono mai.
Meglio dallo psicanalista che dal confessore. Per questo è sempre colpa tua, per quello è sempre colpa degli altri.
Il mondo è fatto a scale, chi è furbo prende l'ascensore.
Non si dovrebbe mai esprimere con troppa precipitazione un giudizio sprezzante, neanche su esseri inferiori di altri pianeti.
Il giudizio è come lo spirito; colle donne chi ne ha lo perde, e chi non ne ha lo acquista... chi non ne ha!
È un giusto giudizio dei dotti che gli uomini di tutti i tempi abbiano creduto che cosa sia bene e male, degno di lode e di biasimo. Ma è un pregiudizio dei dotti che noi adesso lo sappiamo meglio di qualsiasi altro tempo.
Imparare ad ascoltare le parole degli altri, a leggere i libri e sospendere il giudizio sono questi gli strumenti per conseguire la capacità di giudizio degli antichi.
I giudizi che diamo degli altri dicono ciò che siamo noi stessi.
L'unica capace di giudicare è la parte in causa, ma essa, come tale, non può giudicare. Perciò nel mondo non esiste la vera possibilità di giudizio, ma solo un riflesso.
Non bisogna giudicare gli uomini dalla loro amicizie: Giuda frequentava persone irreprensibili!
Non capite, se giudicate.
Fama e ricchezza, senza giudizio, non sono beni sicuri.
Ahi, cieca umana mente, come i giudizi tuoi son vani e torti!