Per distruggere l'inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l'imperialismo.
Non è il censo, né l'origine nazionale, né il sesso, né la carica o il grado, ma sono le capacità personali di ogni cittadino che determinano la sua posizione nella società.
Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica.
Nell'esercito sovietico ci vuole più coraggio a ritirarsi che ad avanzare.
Una morte è una tragedia, un milione di morti è statistica.
In guerra gli eventi importanti sono il risultato di cause banali.
La guerra più terribile è quella che deriva dall'egoismo, e dall'odio naturale verso altrui, rivolto non più verso lo straniero, ma verso il concittadino, il compagno.
Il modo più veloce di finire una guerra è perderla.
Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra.
Io non so come si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si combatterà con pietre e bastoni.
L'inizio di ogni guerra è come aprire la porta su una stanza buia. Non si sa mai che cosa possa esserci nascosto nel buio.
Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.
Le guerre non si pagano in tempo di guerra, il conto viene dopo.
La guerra in un primo momento è la speranza che a uno possa andar meglio, poi l'attesa che all'altro vada peggio, quindi la soddisfazione perché l'altro non sta per niente meglio e infine la sorpresa perché a tutti e due va peggio.