Nelle assemblee va bene la lingua, ma in guerra valgono di più le mani.
Vino pazzo che suole spingere anche l'uomo molto saggio a intonare una canzone, e a ridere di gusto, e lo manda su a danzare, e lascia sfuggire qualche parola che era meglio tacere.
Al destino di morte non scampa nessuno che nasce.
I doni degli dei nessuno può sceglierseli.
Oltre sua possa, benché abbondi il voler, nessuno è forte.
Pittori e poeti hanno sempre goduto di un'eguale libertà di tutto osare.
La nozione che il disarmo possa porre termine alla guerra è contraddetta da ciò che si può osservare in una qualsiasi baruffa fra cani.
Questa guerra non la si può fare che così. E poi non siamo noi che comandiamo a lei, ma è lei che comanda a noi.
Quando scoppia una guerra, la gente dice: "Non durerà, è cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare.
Vi sono due cose che un popolo democratico farà sempre con grande fatica: cominciare una guerra e finirla.
L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità.
Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.
La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.
Mai pensare che la guerra, anche se giustificata, non sia un crimine.
Quando esamino la fama conquistata dagli eroi e le vittorie dei grandi generali, non invidio i generali.
Non c'è mai stata una guerra buona o una pace cattiva.