Nel XIX secolo tutti i poeti furono più o meno letterati, cosa che contamina vergognosamente la loro poesia.— Simone Weil
Nel XIX secolo tutti i poeti furono più o meno letterati, cosa che contamina vergognosamente la loro poesia.
Niente può avere come destinazione qualcosa di diverso dalla sua origine. L'idea opposta, l'idea del progresso, è veleno.
Mi sembra duro pensare che il rumore del vento tra le foglie non sia un oracolo.
Preferiamo un inferno reale che un paradiso immaginario.
Sfuggire al contagio della follia e della vertigine collettiva tornando a stringere per conto proprio, al di sopra dell'idolo sociale, il patto originario dello spirito con l'universo.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo pecco d'invidia.
Niente può essere inutile a un poeta.
Gli editori credono ciecamente, con apriorismo razzistico, che la poesia sia tabù per la libreria. E lo credono anche i librai.
Un tempo si credeva che lo zucchero si estraesse solo dalla canna da zucchero, ora se ne estrae quasi da ogni cosa; lo stesso per la poesia, estraiamola da dove vogliamo, perché è dappertutto.
Rimuginare il male senza osare mai compierlo. È così che si formano le vocazioni alla poesia.
La poesia è la ragione messa in musica.
La poesia è registrazione rapidissima di momenti chiave della nostra esistenza. In ciò è pura, assoluta, non ha tempo di contaminarsi con nulla. Nemmeno con i nostri dubbi.
La casa della poesia non avrà mai porte.
Il più sublime lavoro della poesia è alle cose insensate dare senso e passione.
Poesia non è altro che un significante di un corpo che non sa di essere morto.
I poeti sono i legislatori misconosciuti del mondo.