Chi opera per sincera coscienza può errare, ma è puro innanzi a Dio.— Silvio Pellico
Chi opera per sincera coscienza può errare, ma è puro innanzi a Dio.
Se Dio esiste, una conseguenza necessaria della sua giustizia è un'altra vita per l'uomo, che patì in un mondo così ingiusto.
L'uomo si reputa migliore, aborrendo gli altri.
Oh qual brama ha il prigioniero di veder creature della sua specie! La religione cristiana, che è sì ricca d'umanità, non ha dimenticato di annoverare fra le opere di misericordia il visitare i carcerati.
Un giorno è presto passato, e quando la sera uno si mette a letto senza fame e senza acuti dolori, che importa se quel letto è piuttosto fra mura che si chiamino prigione, o fra mura che si chiamino casa o palazzo?
L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.
Molti uomini vivono in pacifica coesistenza con la propria coscienza sporca.
La coscienza è una suocera le cui visite non finiscono mai.
L'onore è la coscienza esterna e la coscienza l'onore interno.
Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. Eppure sono convinto che non soltanto una coscienza eccessiva, ma la coscienza stessa è una malattia.
Certo, la nostra coscienza è un grande impedimento, ma poi ci si accorda sempre con lei, come col fisco.
Grave è il peso della propria coscienza.
Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta.
A me la coscienza interessa più delle opinioni degli altri.
La coscienza è un cane che non ci impedisce il transito, però noi non possiamo impedirgli di abbaiare.