Una piccola somma data in prestito crea un debitore, una grossa crea un nemico.
Siamo tutti sconsiderati e incauti, insicuri, brontoloni, ambiziosi (ma perché cerco di nascondere con parole troppo blande la piaga di tutti?), siamo tutti malvagi. Pertanto qualunque vizio venga rimproverato a un altro, ciascuno se lo ritroverà in seno.
Non scopriremo mai niente, se ci accontentiamo delle scoperte già fatte.
Niente dura sempre, poche cose a lungo; varia solo il loro modo di essere fragili, il loro modo di finire, ma tutto ciò che ha avuto un inizio avrà anche una fine.
Tosto diventa infamia la gloria dei superbi.
Moriamo peggiori di quando siamo nati. La colpa è nostra, non della natura.
Troppa gente spende soldi che non ha guadagnato, per comprare cose che non vuole, per impressionare gente che non gli piace.
Chi non abbia altro che quattrini è un povero diavolo.
Si dice che il denaro non è tutto nella vita. Si parla sicuramente del denaro degli altri.
Si è schiavi del denaro o della sorte.
A chi manca il danaio, non solo mancano pietre, erbe e parole, ma l'aria, la terra, l'acqua, il fuoco e la vita istessa.
Tutto il denaro è macchiato da un peccato originale, e l'unico modo per redimersi è consumarlo.
L'uomo avido di potere incontra la sua rovina nel potere, l'uomo bramoso di denaro nel denaro, il sottomesso nella servitù, il gaudente nel piacere. E così il lupo della steppa si rovinò con l'indipendenza.
L'enigma del feticcio denaro è solo l'enigma del feticcio merce, resosi fin troppo evidente.
I soldi sono una cosa orribile da seguire, ma affascinante da incontrare.
Non c'è niente di tanto sacro che il denaro non possa violare, niente di tanto forte che il denaro non possa espugnare.