Per il desiderio nulla è abbastanza, per la natura è abbastanza anche il poco.
Chi è padrone di sé non perde niente.
La morte ci consuma giorno per giorno, non ci trascina via all'improvviso.
Non dobbiamo cercare di vivere a lungo, ma di vivere abbastanza; vivere a lungo dipende dal destino, dalla nostra anima vivere quanto basta.
Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo, una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire.
Certe volte sentiamo dire da un ignorante: "Questo me lo aspettavo"; il saggio si aspetta tutto; qualunque cosa gli capiti, dice: "Me l'aspettavo."
Nulla bramiamo tanto quanto ciò che non ci è consentito.
Infine si ama il proprio desiderio, e non quel che si è desiderato.
I desideri dei bambini danno ordini al futuro.
Non bisogna sciupare quello che si ha con il desiderio delle cose che mancano, ma riflettere sul fatto che anche ciò che si ha era prima oggetto del desiderio.
Tutti i nostri desideri impossibili sono il segno del nostro destino e diventano buoni per noi proprio nel momento in cui non speriamo più di realizzarli.
Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte, ma dubito, ancora che io vivessi molto, non ne vedere alcuna: uno vivere di republica bene ordinata nella città nostra, Italia liberata da tutti e' barbari e liberato el mondo dalla tirannide di questi scelerati preti.
Il desiderio, muovendo sempre verso ciò che ci è più contrario, ci costringe ad amare quel che ci farà soffrire.
Molti passano metà del loro tempo a desiderare le cose che potrebbero avere se non passassero metà del loro tempo a desiderarle.
È il desiderio che spinge la maggior parte degli uomini a raccontare cose, non come esse sono in realtà, ma come si vorrebbe che fossero, nella speranza che sia molto più facile farsi conoscere attraverso storie di spettri che non raccontano fatti reali.