Chi è più infelice dell'uomo che dimentica i benefici e ricorda i torti?
Chi non si ritiene molto felice, anche se è padrone del mondo, è un poveretto.
Non è gran cosa comportarsi da forte nella buona fortuna, quando la vita va a gonfie vele;anche la maestria del pilota non si rivela col mare calmo e il vento in poppa: ci vuole un'avversità che metta il cuore alla prova.
Continua ciò che hai cominciato e forse arriverai alla cima, o almeno arriverai in alto ad un punto che tu solo comprenderai non essere la cima.
L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.
In tre tempi si divide la vita: nel presente, passato e futuro. Di questi, il presente è brevissimo; il futuro, dubbioso: il passato, certo.
Nessuno può vantarsi o sdegnarsi con verità dicendo: io non posso essere più infelice di quel che sono.
La via più sicura per evitare una grande infelicità è di ridurre possibilmente le proprie pretese in rapporto ai propri mezzi di qualunque specie.
Non c'è niente di più comico dell'infelicità.
Gli infelici credono facilmente in ciò che desiderano molto.
Il segreto per essere infelice è avere abbastanza tempo per preoccuparsi se si è felici o no.
Il mezzo più sicuro per non essere molto infelici è la rinuncia a pretendere di essere molto felici.
Non c'è gioia per chi procura l'infelicità altrui.
Non ho fame. Non ho sete. Non ho caldo. Non ho freddo. Non ho sonno. Non mi scappa niente. Come sono infelice.
L'infelicità è essa stessa un vizio.
Se non ci fosse, a questo mondo, l'infelicità, ci potremmo credere in paradiso.