Chi non si ritiene molto felice, anche se è padrone del mondo, è un poveretto.
È vivo chi è utile a molti, è vivo chi fa buon uso di sé stesso; quelli che si nascondono, immobili nel loro torpore, stanno in casa loro come in una tomba.
Talvolta ci vuole coraggio anche a vivere.
Bisogna perseverare e rinvigorire il nostro spirito con una assidua applicazione, finché la tendenza al bene diventi saggezza.
Dovunque c'è l'uomo, c'è l'occasione per fare del bene.
L'impedimento principale al nostro sviluppo è che ci sentiamo troppo presto e facilmente contenti di noi.
Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri.
Nessuno si è mai sentito felice nel presente a meno che non fosse ubriaco.
Ogni felicità è un'innocenza.
La felicità non è fatta per i mortali. Chi può dirlo? Nessuno l'ha vista.
Ci sono due modi per conquistare la felicità: uno è fare l'idiota, l'altro è esserlo.
La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è, o meglio, essere amati a dispetto di quello che si è.
La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità.
Strappa all'uomo comune le illusioni e con lo stesso colpo gli strappi anche la felicità.
Non con i beni corporei né con il denaro, ma con rettitudine e con saggezza, gli uomini diventano felici.
La vera felicità è l'illusione di raggiungerla.