Chi non vuole morire non vuole vivere.
Chi è troppo indaffarato non può svolgere bene nessuna attività, perché una mente impegnata in mille cose non può concepire nobili pensieri.
La nostra condizione è buona al momento della nascita; è colpa nostra se la peggioriamo. La natura ha agito in modo che non ci vuole molto per vivere bene: ognuno è in grado di rendersi felice.
La donna è allor sincera che mostrasi cattiva.
Mi spezzerò, ma non mi piegherò.
Ogni tipo di ambizione ha questo grave difetto: non guarda indietro.
Il cimitero è pieno di grandi uomini di cui il mondo non poteva farne a meno.
L'orrendo della morte è il suo cerimoniale. Quanto più bello sarebbe andarsene al cimitero da soli, a piedi.
Come il sole la nebbia, così il pensier della morte fuga e discioglie ogni cupidigia, ogn'invidia, ogni odio.
La morte sorride a tutti; un uomo non può far altro che sorriderle di rimando.
La morte è una sorpresa che rende inconcepibile il concepibile.
Solo la morte rivela quale misera cosa siano i corpi degli uomini.
La morte è il riconoscimento della fraternità, della comune natura filiale. Forse è la strada per accogliere l'idea di creazione divina che mi riesce tanto difficile.
Il sonno è amore di morte, l'insonnia paura di morte.
Il terrore della morte è dovuto all'incertezza di ciò che ci attende. La risposta è semplice e tranquillante: esattamente la medesima situazione di prima che fossimo.
La morte: chiave o serratura?