Solo la morte rivela quale misera cosa siano i corpi degli uomini.
La nobiltà è la sola e unica virtù.
La pena più tremenda è portare in cuore, notte e giorno, il testimone delle proprie colpe.
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
Il viandante con le saccoccie vuote può cantare in faccia al ladro.
La reputazione e il credito dipendono soltanto dai quattrini che uno ha in cassaforte.
Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Vi dimostrerò come non può accadere nulla di meglio della morte.
Nella vita la cosa più audace è odiare la morte; sono disprezzabili e disperate le religioni che ottundono questo odio.
La morte, se somiglia allo spegnersi di una luce non mi spaventa: tutt'al più mi scoccia. L'unica cosa che mi spaventa è il dolore.
Molte persone muoiono a venticinque anni e non vengono sepolti fino a quando non ne hanno settantacinque.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Una morte è una tragedia, un milione di morti è statistica.
In confronto alla morte, l'amore è una faticosa faccenda infantile, sebbene gli uomini credano più nell'amore che nella morte.
Solo da morti, scrittore e asino, trovano la loro glorificazione.