Chi non ha una propria dimora non si sente un essere umano.
Non c'è nulla di più gravoso che starsene fermi e inattivi quando si sentono raccontare terribili disgrazie altrui.
Finché il povero ha una casa, ha l'impressione di valere come tutti gli altri.
Sono più quelli che muoiono nella fuga che non quelli che muoiono combattendo.
In quella casa c'era un po' d'umidità: i mobili erano rosicchiati dalle anguille.
Chi ha la casa fatta di vetro, non dovrebbe gettare pietre contro quella degli altri.
La più grande offesa che la politica ha recato ai cittadini nell'ultimo anno: aumentare a dismisura la tassa sulla prima casa, mantenendo sostanzialmente intatti i propri privilegi.
Dove vivo? Ovunque sia, a Montecarlo, Parigi o New York. L'idea di "casa" non mi appartiene: sono homeless.
Meglio un uomo in casa che due in strada.
Le case saranno in grado di volare [entro l'anno 2000]. Verrà il momento in cui intere comunità potranno migrare a sud in inverno, o spostarsi verso nuovi territori ogni volta che sentono il bisogno di cambiare paesaggio.
Un uomo costruisce una bella casa; ed ora egli ha un padrone, e un compito per la vita; egli deve arredarla, custodirla, mostrarla e tenerla in buono stato, per il resto dei suoi giorni.
Quella era una casa senza madri, senza sorriso.
O grazie a Dio, credevo di diventare uno di quegli scheletri che la gente trova quando vende la casa!
Ogni casa, ogni prodotto dell'architettura dotato di valore simbolico, dimostra che noi vogliamo costruire un paradiso per l'umanità.