L'abitudine è una grande sordina.
Venimmo per portare la gentilezza, ma non ci fu concesso di essere gentili.
Non c'è niente di più comico dell'infelicità.
Solo sedendo e riposando l'anima diventa saggia.
Quando si è nella merda fino al collo, non resta che cantare.
Il sole risplende: non ha altra scelta, nulla di nuovo.
L'abitudine è la grande guida della vita umana.
Si fa l'abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione.
Non cambierò di certo le mie abitudini o i miei comportamenti per paura. Neppure se il senso comune e l'opinione pubblica li condannassero.
L'abitudine e il timore del nuovo sono ostacoli alla nostra crescita e ci fanno rimanere quelli di sempre con una vita piatta, insignificante e sempre uguale.
Quando si guardano troppo le stelle anche le stelle finiscono per essere insignificanti.
Se l'abitudine è una seconda natura, ci impedisce di conoscere la prima, della quale non ha né la crudeltà, né gli incanti.
L'abitudine è in tutte le cose il miglior maestro.
Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.
Viviamo di solito nell'abitudine, con il nostro essere ridotto al minimo. Le nostre facoltà restano addormentate, riposando sui guanciali dell'abitudine: essa sa quello che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
Mi stavo abituando a mettere mia moglie sotto un piedistallo.