Il cuore domanda o che i suoi piaceri siano accresciuti o che i suoi dolori siano compianti, domanda di agitarsi e di agitare perché sente che il moto è nella vita e la tranquillità nella morte.
— Salvatore Quasimodo
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La nostra interpretazione
Salvatore Quasimodo, con questa frasatura profonda e introspectiva, ci invita a riflettere sul rapporto intrinseco tra la nostra esistenza fisica ed emotiva. Il cuore è qui rappresentato non solo come centro delle nostre passioni ma anche come simbolo del nostro desiderio di vivere intensamente: esso anela sia l'espandersi dei piaceri che il conforto nei momenti dolorosi, esprimendo una volontà fondamentale per ogni essere umano - quella di non rimanere in uno stato statico ma di continuare a muoversi e ad evolversi. Quasimodo suggerisce così un'interpretazione della vita come un ciclo costante di cambiamento ed emozioni, dove l’immobilità è sinonimo di morte spirituale. Questa riflessione invita il lettore alla consapevolezza che la vera essenza dell'esistere risiede proprio nel nostro anelito a vivere ogni aspetto della vita con intensità e profondità, sia nei momenti più luminosi che in quelli oscuri.
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