Andiamo a conquistare la mia tredicesima sconfitta di fila!
Gli eroi, d'altro canto, hanno certi privilegi. Possono andare ovunque, sfidare chiunque, purché abbiano il coraggio e la forza di farlo.
Quando una persona premurosa (ciao, mamma) cerca di pulire e voi non riuscite piú a trovare nulla.
Adoro le riunioni di famiglia. Così intime, con le ghirlande natalizie appese al caminetto, una bella tazza di tè e un detective di Scotland Yard che non vede l'ora di arrestarti.
Ho un incontro di lotta libera con il gemello cattivo di Babbo Natale.
Quello fu il miglior bacio subacqueo di tutti i tempi.
Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione.
L'abitudine genera rassegnazione. La rassegnazione genera apatia. L'apatia genera inerzia. L'inerzia genera indifferenza.
Nella vita dell'uomo non si può dire la parolaccia «ormai»: si può e si deve sempre ricominciare, perché le persone hanno energie impensabili di bontà da stanare e far crescere, mettere a disposizione e canalizzare.
Il dolore e il silenzio sono forti e la paziente sopportazione è divina.
Nulla può essere peggiore della paura che uno abbia rinunciato troppo presto, e lasciato sospeso uno sforzo che avrebbe potuto salvare il mondo.
Quello che è andato perduto è irrecuperabile.
La serenità è il frutto della rassegnazione all'incertezza.
Rifiuto di rinunciare a me stesso e rassegnarmi. Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire, ed io non voglio essere morto prima di morire. Non voglio morire da morto! Voglio morire da vivo!
La rinuncia: l'eroismo della mediocrità.
Io non sono fatalista. E se anche lo fossi, che cosa potrei farci?