L'invidia è ignoranza.
L'unica ricompensa della virtù è la virtù, l'unico modo di avere un amico è esserlo.
Le masse sono rudi, storpie, scomposte, pericolose nelle loro pretese e nella loro influenza, e non hanno bisogno di essere lusingate, ma di essere ammaestrate.
L'inglese è, fra tutti gli uomini, quello che sta in piedi più saldo nei suoi calzari.
Per imparare le lezioni importanti nella vita ogni giorno bisogna superare una paura.
È una delle più belle ricompense della vita che nessun uomo non possa sinceramente provare ad aiutarne un altro senza nel contempo aiutare se stesso.
L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
Non invidiare chi sembra avere tutto, non ha davvero tutto. Ha ciò che vuole e vive la vita che desidera, ma non ha ciò di cui ha veramente bisogno.
L'invidia e le teste vuote vanno sempre insieme.
L'emulazione genera positività, l'invidia negatività.
L'effetto dell'invidia non è un desiderio di possedere quella cosa, quanto piuttosto che gli altri non la possiedano.
L'invidia è una forma di vizio, in parte morale e in parte intellettuale, che consiste nel non vedere mai le cose in se stesse, ma soltanto in rapporto ad altre.
Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
Come la ruggine consuma il ferro, così la invidia consuma gli invidiosi.
L'invidia è una pandemia.
L'invidioso è destinato a non godere mai.