Ogni qual volta che un amico ha successo una piccola parte di me muore.
Uno scrittore non si contenta di avere successo. Per essere realmente in pace con se stesso ha bisogno dell'insuccesso altrui.
Ogni volta che un amico ha successo una piccola parte di me muore.
"Dopo che è morta, l'ho amata". È la storia di ogni vita, e di ogni morte.
Se molti uomini e donne fossero forzati a fare affidamento sul fascino fisico per attrarre gli amanti, le loro vite sessuali sarebbero non solo misere ma, in un paese come l'America col culto della giovinezza, anche dolorosamente brevi.
Non esistono gli omosessuali; esistono atti omosessuali.
Il cane chiuso nel recinto abbaia a quello che scorrazza liberamente.
In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro.
Il potere piace proprio perché suscita invidia.
Dall'invidia all'ammirazione c'è un passo: l'onestà.
L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.
L'invidia apriva loro gli occhi: è un demone che non si lascia sfuggire nulla, e che trae conclusioni da ogni cosa, proprio come la gelosia.
Che se ne fa l'uomo del danaro, se non lo aiuta a suscitare l'invidia del prossimo mediante lo sfarzo di indumenti rari? Che gusto c'è a vestirsi di lana o di tela, se tutto il mondo ne fa uso?
L'invidia deriva dal confronto irrazionale fra quanto hanno raggiunto altre persone e quanto avete raggiunto voi. Non è la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare il vostro insuccesso, bensì l'incapacità di valorizzare a dovere le qualità che possedete.
Il morso dell'invidia è quello spasmo doloroso che ci afferra nostro malgrado alla vista di qualcuno che possiede quello che non possediamo e che desideriamo. E' il prodotto della vertigine della mancanza.
L'effetto dell'invidia non è un desiderio di possedere quella cosa, quanto piuttosto che gli altri non la possiedano.