Chi sfugge ad un processo confessa la propria colpa.
Ingiuria un assente chi litiga con un ubriaco.
La pazienza spesso provocata diventa ira furibonda.
Riposa bene chi non avverte quanto infelicemente stia dormendo.
Quando di un uomo hai detto che è un ingrato, hai detto tutto il peggio che puoi dire di lui.
Nelle liti, chi perde è sempre la verità.
Ricorda che si dovrebbe essere grati che vi siano delle colpe di cui si può essere accusati ingiustamente.
I colpevoli è meglio sceglierli che cercarli.
Le colpe delle donne, dei fanciulli, dei servi, dei deboli, dei poveri, degli ignoranti sono colpe dei mariti, dei padri, dei padroni, dei forti, dei ricchi, dei sapienti.
In fondo la colpa di tutto ciò che ci accade nella vita è esclusivamente nostra. Tanta gente ha avuto le nostre stesse difficoltà, ma ha reagito in maniera diversa.
L'uomo può sopportare le disgrazie, esse sono accidentali e vengono dal di fuori: ma soffrire per le proprie colpe, ecco l'aculeo della vita.
Chi trova nella propria vita molte colpe si sveglia di frequente anche dai sogni come i fanciulli e vive nella paura, tra brutti presentimenti; a chi invece è conscio di non aver commesso alcuna ingiustizia sta sempre accanto una lieta speranza e una buona "nutrice di vecchiaia".
Bisogna evitare le colpe non per paura, ma perché si deve.
La colpa è così piena d'ingenua gelosia che si versa da sola per timore d'essere versata.
Si dimentica la propria colpa, quando la si è confessata a un altro, ma di solito non la dimentica l'altro.
L'assoluzione del colpevole condanna il giudice.