L'assoluzione del colpevole condanna il giudice.— Publilio Siro
L'assoluzione del colpevole condanna il giudice.
È difficile rimettere insieme ciò che la fortuna ha spezzato.
Il cittadino cha aiuta gli altri è la consolazione della patria.
Il saggio comanda il proprio cuore, lo stolto invece ne è schiavo.
La gloria del superbo presto si trasforma in disonore.
La fortuna toglie pochissimo a colui cui ha dato pochissimo.
Le colpe delle donne, dei fanciulli, dei servi, dei deboli, dei poveri, degli ignoranti sono colpe dei mariti, dei padri, dei padroni, dei forti, dei ricchi, dei sapienti.
Un uomo non può chiamarsi reo prima della sentenza del giudice, nè la società può toglierli la pubblica protezione, se non quando sia deciso ch'egli abbia violati i patti coi quali le fu accordata.
L'uomo può sopportare le disgrazie, esse sono accidentali e vengono dal di fuori: ma soffrire per le proprie colpe, ecco l'aculeo della vita.
Ogni colpa sembra mostruosa finché non arriva un'altra colpa che le sia compagna.
Si dimentica la propria colpa, quando la si è confessata a un altro, ma di solito non la dimentica l'altro.
La colpa esiste solo per i rei confessi. L'insufficienza di prove e il beneficio del dubbio sono capisaldi giuridici irrinunciabili.
Ricorda che si dovrebbe essere grati che vi siano delle colpe di cui si può essere accusati ingiustamente.
Bisogna evitare le colpe non per paura, ma perché si deve.
Quando viene assolto un colpevole, è condannato il giudice.