L'abitudine è in tutte le cose il miglior maestro.
Non desiderare nulla di troppo.
Divino è per il mortale aiutare l'altro mortale, e questa è la via per la gloria eterna.
In queste cose l'unica certezza è che non c'è nulla di certo.
La vera gloria consiste nel fare ciò che merita di essere scritto, nello scrivere ciò che merita di essere letto; e nel vivere in modo da rendere il mondo più felice per il fatto che ci stiamo vivendo.
Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere.
Niente è più forte dell'abitudine.
L'abitudine può cambiare lo stampo della natura, e domare il diavolo o cacciarlo del tutto, con forza meravigliosa.
Scacciamo per sempre da noi le cattive abitudini come se fossero uomini malvagi che ci hanno nuociuto per molto tempo.
L'abitudine si vince con l'abitudine.
L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Le viziose abitudini sono altrettante catene che ritengono l'uomo in una misera schiavitù. Guardisi dal contrarne veruna chi vuol conservare intera la sua libertà.
La natura sbaglia raramente, l'abitudine spesso.
Nulla di ciò che è per natura può assumere abitudini ad essa contrarie: per esempio, la pietra che per natura si porta verso il basso non può abituarsi a portarsi verso l'alto, neppure se si volesse abituarla gettandola in alto infinite volte.
L'abitudine è una seconda natura che distrugge la prima.