Il successo degli invidiosi è l'insuccesso degli altri.
L'umorismo è un antidoto contro il fanatismo.
L'adulterio è l'unica circostanza umana in cui le azioni di una persona servono a dare un titolo ad un'altra.
Credere in Dio, come negarlo, è presunzione assoluta.
La spontaneità non s'improvvisa; spontanei non si nasce, si diventa.
Parliamoci, finché siamo in vita. Dopo non è detto che sia possibile.
L'invidia è il sintomo della mancanza di apprezzamento del proprio valore di unicità e di autostima. Ognuno di noi ha qualcosa da dare che nessun altro ha.
Che se ne fa l'uomo del danaro, se non lo aiuta a suscitare l'invidia del prossimo mediante lo sfarzo di indumenti rari? Che gusto c'è a vestirsi di lana o di tela, se tutto il mondo ne fa uso?
È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.
L'invidia è ignoranza.
Benedetto colui che ha imparato ad ammirare, ma non invidiare, a seguire ma non imitare, a lodare ma non lusingare, a condurre ma non manipolare.
Ogni qual volta che un amico ha successo una piccola parte di me muore.
L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.
A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere.
L'invidia deriva dal confronto irrazionale fra quanto hanno raggiunto altre persone e quanto avete raggiunto voi. Non è la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare il vostro insuccesso, bensì l'incapacità di valorizzare a dovere le qualità che possedete.