È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.
La morte è un destino migliore e più mite della tirannia.
Ombra: Io tornerò giù, nel buio sotterraneo. E a voi, o vegliardi, addio: pure in mezzo alle sventure date gioia al vostro cuore, giorno dopo giorno. Ricchezza non giova ai morti.
La fortuna è un dio fra gli uomini, e più che un dio.
È la fatica dell'uomo che nutre l'ozio alle donne.
Fatti coraggio: il colmo della sventura non durerà a lungo.
Quanto più uno ha fiducia in sé, quanto più è armato di virtù e di saggezza, in modo da non aver bisogno di nessuno e da considerare ogni suo bene un fatto interiore, tanto più eccelle nel cercare e nel coltivare le amicizie.
Quel che rende indissolubile le amicizie e ne raddoppia l'incanto è un sentimento che manca all'amore: la sicurezza.
È sempre comodo imparare, massime dai nemici, è sempre nocivo insegnare, massime agli amici.
I cambiamenti della fortuna mettono alla prova l'affidabilità degli amici.
Nell'amore disinteressato di un animale, nel sacrificio di se stesso, c'è qualcosa che arriva direttamente al cuore di chi ha frequentemente avuto modo di provare l'amicizia meschina e la fragile fedeltà dell'Uomo naturale.
Il più grande sforzo dell'amicizia non è quello di mostrare i nostri difetti all'amico, ma di fargli vedere i suoi.
L'amicizia nasce nel momento in cui una persona dice ad un'altra: "Cosa? Anche tu? Credevo di essere l'unica".
Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti. A volte ci fanno volare in alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore... donandoci tutto, portandosi via il tutto, lasciandoci niente...
L'amico certo si riconosce nei pericoli.
La medesima persuasione che ci incoraggiò a credere che nessun male è eterno o lungamente duraturo ci fa anche ritenere che la sicurezza più grande che si attui nelle cose finite è quella dell'amicizia.