Viaggiare è affascinante soltanto in retrospettiva.
Viaggiare in lungo e in largo porta ad una sensazione di chiusura; e il viaggio, così capace di ampliare la mente all'inizio, di fatto la contrae.
La cosa più importante da mettere in valigia è un libro: probabilmente nessun compagno di viaggio sarà più generoso, originale, vivace e socievole. Penne e taccuini, naturalmente.
I viaggi che vale la pena di fare ti portano inevitabilmente, prima o poi, a dipendere dalla gentilezza degli sconosciuti, a metterti nelle mani di persone che non hai mai visto affidando loro la tua vita.
I turisti non sanno dove sono stati. Il viaggiatore non sa dove sta andando.
La presunzione di onniscienza sorta con internet ha generato l'errata e arrogante convinzione secondo cui lo sforzo fisico del viaggio è diventato superfluo.
Quando viaggio sogno veramente molto. Forse questa è per me una delle ragioni principali per viaggiare. Ha qualcosa a che fare con strane stanze, rumori e odori inusuali, con le vibrazioni, col cibo, con le ansie legate al viaggio.
Viaggiare è molto utile, fa lavorare l'immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica.
Solo i pesci morti nuotano seguendo la corrente.
La vera casa dell'uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi.
Non si va così lontano che quando non si sa dove si va.
Deve essere l'andare, non l'arrivarci, quello che è buono.
Ho fatto l'attore per venticinque anni, sempre con la valigia in mano tra un palco teatrale e il set di un film.
Non dirmi quanti anni hai, o quanto sei educato e colto, dimmi dove hai viaggiato e che cosa sai.
I luoghi puoi capirli solamente se ci dormi e se cerchi di captare la voce che rilasciano col buio.
Sta viaggiando: è entrato in quel misterioso gerundio dell'anima che è l'eterno presente del viaggio.