Solo i grandi maestri di stile sanno essere oscuri.
L'esperienza è il nome che diamo ai nostri errori.
I piaceri semplici sono l'ultimo rifugio della gente complicata.
Ci sono due modi di non amare l'arte. Uno è di non amarla. L'altro di amarla razionalmente.
È certo che una conoscenza che incomincia con un complimento si svilupperà in una reale amicizia. Essa nasce nel modo più bello.
Ma la vera tragedia che affligge il maggior numero degli artisti è che essi rendono il loro ideale con troppa fedeltà, e quando un ideale è reso, non ha più né meraviglia né mistero, diventa soltanto un nuovo punto di partenza per un ideale diverso.
Avere autentici maestri è una grande fortuna, ma è anche un merito, perché presuppone la capacità di saperli riconoscere e di sapere accettare il loro aiuto.
Il professore è un uomo che deve parlare per un'ora.
Il maestro si limita a «muovere», a stimolare il discepolo e il discepolo solo se risponde a questo stimolo - sia durante che dopo l'esposizione del maestro - arriva ad un vero apprendimento.
Ottimo è quel maestro che, poco insegnando, fa nascere nell'alunno una voglia grande d'imparare.
Il segreto dell'insegnamento ha qualcosa a che fare col teatro. Imitate semplicemente il miglior professore che avete conosciuto.
Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari.
I nostri insegnanti sono reclutati con un sistema perverso, con migliaia di precari catapultati tra i banchi senza selezione né controlli. La scuola italiana va alla deriva. E questo caso ne è il sintomo lampante.
Maestri di vita. Dispiace nei cosiddetti maestri non che cambino le idee, ma che le idee non li cambino.
Ciascuno è maestro di se stesso e solo dentro di se trova la ragione delle cose.
La maestria è raggiunta quando, nell'esecuzione, non si sbaglia, né si indugia.